Gli asana sono modelli posturali che conducono alla stabilità fisica e mentale e ad una condizione di benessere.
La postura richiesta dev’essere conseguita lentamente, mantenuta restando immobili e abbandonata adagio e con dolcezza di movimenti.
Nei diversi asana, tutto il corpo e la mente vengono sottoposti ad un allenamento graduale, attraverso particolari meccanismi neuromuscolari coinvolti nell’esecuzione. Questo fatto è destinato ad apportare gradualmente alcuni specifici cambiamenti nell’intera personalità dell’individuo.
Ciò che è fondamentale, dunque, è il modello posturale che la posizione implica: ad esso compete la funzione di educare il corpo e la mente, preparandoli alle pratiche yogiche più avanzate.
Ogni asana implica due fasi:
- fase dinamica;
- fase statica.
Nella fase dinamica, movimenti devono essere lenti, sicuri, dolci e senza scatti, in modo che non vi siano tensioni o fatica. Il respiro deve restare normale. Di norma, è il corpo stesso a trovare il giusto ritmo respiratorio durante la fase di movimento.
Per quanto riguarda la fase statica, una volta che la postura è stata assunta, deve essere mantenuta restando immobili per un certo tempo, senza sforzo o disagio: in nessuna parte del corpo devono esservi indebite tensioni.
In questa fase, tuttavia, è richiesta la consapevolezza del respiro, in altre parole la concentrazione sulla respirazione, in modo da evitare che la mente sia disturbata dal flusso dei pensieri o da una qualsiasi emozione.
Al termine della fase di mantenimento, si abbandona la posizione in modo lento e graduale.
Quando gli asana vengono praticate correttamente si ottiene:
- rilassamento muscolare;
- maggiore nutrimento dei muscoli grazie all’aumento dell’ossigeno e del ricambio venoso;
- assenza di tensione nelle articolazioni, nei muscoli e nei tendini;
- assenza di processi mentali e di sforzi volontari, cioè non vi sono interferenze a livello emozionale o intellettuale per tutto il tempo del mantenimento della posizione.
Om Shanti,
Simona ❤️🙏