Che cos’è la mente?
E’ quella parte intagibile di noi, composta da pensieri, emozioni, ego, personalità, atteggiamenti, credenze e immaginazione.
Il suo lavoro è quello di pensare, pianificare, analizzare, giudicare, criticare, metterci in guardia.
In questo modo, la mente ci aiuta a percepire e a comprendere il mondo, ciò che ci accade all’esterno e dentro di noi.
Con queste informazioni, riusciamo a prendere decisioni, risolvere problemi per portare avanti la nostra vita in ogni ambito in cui ci muoviamo, dal personale al sociale.
Però, non siamo computer che, acquisite le informazioni, agiscono in modo asettico.
La nostra mente è, invece, facilmente condizionabile dalla qualità dei nostri pensieri e dalle emozioni.
Pensieri ed emozioni possono creare e favorire l’armonia psico-fisica o, al contrario, provocare dissonanze e malessere.
Tutti siamo più o meno coscienti del fatto che emozioni positive e alcune modalità di pensiero possono aiutarci a vivere più serenamente, oppure possono aumentare le difficoltà e i disagi con cui dobbiamo confrontarci.
Molti di noi sono anche convinti che pensieri negativi ed emozioni, come rabbia e paura, possono provocare malattie e disturbi, mentre pensieri positivi ed emozioni gioiose possono aiutarci a evitarli o a risolverli.
Nonostante ciò, solo raramente, utilizziamo la forza dei pensieri per migliorare il nostro stato emozionale e, quindi, la nostra vita.
Questo avviene per diversi motivi:
1) sappiamo di avere questa capacità, ma non ci crediamo completamente
Ogni tanto cerchiamo di applicarla, ma vorremmo risultati immediati, tangibili e dimostrabili, e anche quando li abbiamo, non ci sembrano sufficienti.
2) siamo tendenzialmente pigri
Tutti vorremmo avere una vita migliore, ma senza complicazioni e fatica!
3) abbiamo paura dei cambiamenti
La nostra routine quotidiana ci dà sicurezza e, difficilmente, abbiamo la forza di rinunciare alle nostre abitudini. Inoltre, i cambiamenti implicano un’assunzione di responsabilità che non tutti sono disposti a farsene carico
4) siamo ostacolati dai limiti e dalle resistenze del nostro ego
L’ego è l’insieme delle nostre esperienze, memorie, pensieri e convinzioni. E’ come un abito che è stato tagliato e cucito secondo le modalità delle nostre predisposizioni genetiche e psichiche, le pressioni e le indicazioni dell’ambiente circostante.
Attraverso l’ego noi ci presentiamo al mondo e definiamo noi stessi. E’ il personaggio che ci siamo scelti o che gli altri ci hanno dato da interpretare.
Ci comportiamo come i personaggi di una rappresentazione, mentre la nostra vera identità resta nascosta dietro la maschera teatrale che indossiamo. A forza di recitare la stessa parte, finiamo per convincerci di essere il personaggio perché la nostra maschera ci dà forza e sicurezza, ci fornisce un’identità riconoscibile e socialmente accettata a cui non siamo disposti a rinunciare.
Ma, il problema non è l’ego, struttura indispensabile in un qualsiasi contesto sociale, ma l’identificazione totale e continua nel tempo con esso perché porta ad una proiezione costante verso l’esterno che ci irrigidisce e ci allontana dalla nostra vera identità.
La sensazione è quella di scomparire perché abbiamo imparato ad esistere solo attraverso la trama dei pensieri che definisce l’ego.
Mantenere la propria identità, esclusivamente attraverso l’ego, comporta uno stress notevole, consuma grandi quantità di energia e comporta blocchi fisici ed emotivi.
E’ a causa di questi limiti dell’ego che ci diventa difficile applicare una corretta prassi del pensiero per trasformare in meglio la nostra vita, i nostri rapporti e la nostra fisicità. Invece, per raggiungere e mantenere la nostra armonia interiore, soprattutto nella nostra frenetica quotidianità di oggi, è importante riorganizzare la nostra attività pensante perché i pensieri vivono nel tempo, occupano spazio e, per esistere, consumano energia.
Un primo passo verso la riorganizzazione della nostra attività pensante è quello di prender coscienza delle nostre dinamiche mentali, osservarle e orientarle, in modo da non esser più soggetti passivi dei nostri pensieri, “vittime” senza controllo su di essi.
Perciò, dobbiamo imparare a non dissipare la nostra energia, ma a conservarla e a svilupparla attraverso un’adeguata disciplina della nostra mente, in modo da orientare i pensieri verso il miglioramento della nostra vita.
Lo yoga può aiutarci a migliorare la qualità dei nostri pensieri, a comprendere le nostre emozioni, a non farci condizionare dal nostro ego? Certamente, si!
Lo yoga incoraggia lo studio di sé, attraverso la pratica degli asana, i modelli di respirazione, la lettura di testi filosofici o di altra natura per acquisire:
1) consapevolezza in ciò che pensiamo, sentiamo (a livello fisico ed emozionale), crediamo e facciamo;
2) consapevolezza delle nostre abitudini e dei nostri modelli di pensiero.
Inoltre, attraverso pratiche come pratyahara (ritiro dei sensi) e dharana (concentrazione) impariamo a fermare la mente per esser liberi dall’influenza dei pensieri, delle emozioni e delle esperienze.
In questo silenzio, possiamo incontrare la nostra vera essenza e ascoltare il suo messaggio per ritrovare e, soprattutto, realizzare il nostro svadharma, la nostra missione personale.
Om Shanti,
Simona ❤️🙏