L’articolazione sacro iliaca, localizzata alla base della colonna vertebrale, unisce l’osso sacro alle ossa iliache, sia sul lato destro che su quello sinistro.
L’osso sacro comprende le 5 vertebre sacrali, fuse tra loro, e si trova tra il tratto lombare della colonna vertebrale e il coccige. Le ossa iliache, invece, si trovano ai lati dell’osso sacro, si sviluppano verso il basso e in avanti e danno inserzione ai muscoli dell’addome, degli arti inferiori, della schiena e ai muscoli glutei.
L’articolazione sacro iliaca comprende diversi legamenti, tra cui: il legamento sacro iliaco anteriore, il legamento sacro iliaco interosseo, il legamento sacro iliaco posteriore, il legamento sacrotuberoso e il legamento sacrospinoso.
La funzione dell’articolazione sacro-iliaca è quella di supportare il peso del corpo (quando ci alziamo in piedi, camminiamo, corriamo). Infatti, sostiene le nostre anche, mantenendo tutta l’area stabile con l’aiuto di legamenti molto forti che racchiudono questa articolazione.
Inoltre, insieme all’articolazione dell’anca, distribuisce il peso della parte superiore del corpo sulla parte inferiore.
Le due articolazioni sacro-iliache sono anche grandi ammortizzatori per la nostra colonna vertebrale.
Le articolazioni sacro-iliache sono molto rigide e permettono solo pochi gradi di movimento, perché devono essere in grado di fornire la stabilità necessaria al mantenimento, contemporaneamente, della stazione eretta e del movimento. Tuttavia, per supportarci, devono esser in grado di poter compiere questi movimenti:
1) antiversione (inclinazione in avanti) contemporanea di entrambe le ossa iliache, rispetto all’osso sacro;
2) retroversione (inclinazione all’indietro) contemporanea di entrambe le ossa iliache, rispetto all’osso sacro;
3) inclinazione in avanti di un osso iliaco e la contemporanea retroversione dell’altro osso iliaco; questo movimento si verifica quando camminiamo;
4) nutazione (flessione sacrale), in cui la base dell’osso sacro (la parte superiore) si sposta in basso e in avanti, mentre l’apice del sacro (la parte inferiore) si sposta indietro; questo movimento è accompagnato da un movimento di chiusura iliaca, cioè le ali iliache si avvicinano; in questo movimento, l’osso sacro diventa “più orizzontale”; la retroversione del bacino si accompagna al movimento di nutazione del sacro;
5) contronutazione (estensione sacrale), in cui la base dell’osso sacro si sposta in alto e indietro, mentre l’apice del sacro si sposta in avanti e in basso; in questo caso, il sacro diventa “più verticale”; l’antiversione del bacino si accompagna al movimento di contronutazione del sacro.
Un sacro più orizzontale determinerà un’accentuazione della lordosi lombare, mentre un sacro più verticale determinerà una diminuzione della lordosi lombare.
Per maggiori informazioni, puoi leggere questi due post:
Quando c’è una disfunzione all’articolazione sacro-iliaca, possiamo provare dolore, disagio e movimento inibito nella parte bassa della schiena, nelle anche e nella colonna vertebrale.
I sintomi più comuni includono dolore lombare, alle natiche, alla gamba, inguine, all’anca, intorpidimento e formicolio. Inoltre:
- il dolore peggiora quando si cammina o si rimane in piedi, e tende a migliorare quando ci si sdraia;
- accavallare le gambe e rimanere sdraiati su un fianco per lungo tempo causa dolore;
- piegarsi in avanti, salire le scale, camminare in salita e mettersi in piedi da posizione seduta provoca dolore.
A parte i danni alla capsula articolare, alla cartilagine o alle ossa, come nell’osteoartrosi, la maggior parte delle disfunzioni alle articolazioni sacro-iliache, sono causate da:
1) ridotta mobilità (rigidità) dell’articolazione, dovuta a patologie che tendono ad irrigidire l’articolazione sacroiliaca come, per esempio, la spondilite anchilosante;
2) eccessiva mobilità (instabilità) dell’articolazione, dovuta a muscoli glutei e addominali deboli che consentono alle articolazioni sacro-iliache eccessivi gradi di movimento che le rendono vulnerabili e dolorose;
3) legamenti deboli, infiammati o danneggiati alle anche, alle ginocchia e ai piedi;
4) restrizioni miofasciali (per maggiori informazioni, puoi leggere questo post: Che cos’è la Fascia?), a causa di uno stile di vita sedentario che porta muscoli, legamenti e fascia, che sostengono l’area, a diventare troppo rigidi e contratti.
Queste situazioni creano disallineamenti tra l’osso sacro e le ossa iliache che colpiscono direttamente i muscoli circostanti perché devono lavorare di più per supportare, non solo l’area, ma anche la distribuzione del peso corporeo della parte superiore. Inoltre, Il nervo sciatico, che attraversa quest’area, può essere pizzicato o intrappolato dai cambiamenti strutturali che avvengono dal disallineamento.
Qualsiasi asana che coinvolge quest’area coinvolgerà, molto probabilmente, anche le articolazioni sacro-iliache. È essenziale rimanere in contatto con quest’area durante la pratica yoga ed essere consapevoli di eventuali squilibri, debolezza muscolare e problematiche posturali che coinvolgono il bacino.
Durante la pratica yoga, è necessario rispettare i propri limiti e non forzare le posizioni con il rischio di danneggiare quest’articolazione, soprattutto le donne che sono maggiormente a rischio di lesioni sacroiliache.
Gli ormoni femminili influenzano direttamente l’integrità dei legamenti che sostengono queste articolazioni. Durante le mestruazioni, la gravidanza e l’allattamento, gli ormoni prodotti ammorbidiscono i nostri legamenti forti (necessari durante il parto) e questo lascia l’area vulnerabile alle lesioni.
Poi, ci sono persone che hanno legamenti naturalmente iperflessibili che devono fare un grande lavoro muscolare per aumentare la forza dei muscoli per sostenere le articolazioni.
Poichè una disfunzione all’articolazione sacroiliaca ha una manifestazione clinica molto simile ad altre problematiche muscoloscheletriche, come l’ernia del disco o la sindrome del piriforme, se sospetti di avere questo problema, la cosa migliore che puoi fare è cercare aiuto e consigli professionali.
Se il tuo dolore è cronico e debilitante, dovresti andare immediatamente dal medico. Se i tuoi sintomi non sono acuti, potresti consultare un osteopata o un fisioterapista.
Puoi anche rivolgerti ad un insegnante di yoga, specializzato in yogaterapia, che ti suggerirà una routine di lavoro specifica solo per te.