Respirazione, prana, pranayama

La respirazione è il più grande atto vitale compiuto dal nostro organismo. E’ possibile vivere giorni interi senza mangiare, bere e dormire. E’, invece, assolutamente impossibile vivere senza respirare.
Quindi, tutti dobbiamo respirare. Ma quanti lo fanno correttamente?
Posture scorrette, obesità, alterazioni emotive, fumo sono le cause principali di una respirazione contratta che, col tempo, diventa cronica.
Questa cattiva respirazione ha, come conseguenza, non solo un’ossigenazione inadeguata di tutto l’organismo, ma anche l’irrigimento dei muscoli preposti alla respirazione, a partire dal diaframma. Inoltre, a causa di questo irrigidimento muscolare, le spalle diventano sempre più contratte, mentre la colonna vertebrale perde la sua flessibilità.

Ma, c’è anche un altro aspetto legato alla respirazione. Con il respiro, introduciamo nel nostro organismo anche l’enegia vitale, il prana, la cui conservazione deriva dal corretto svolgimento di tutte le funzioni fisiologiche, psicologiche ed emotive necessarie al mantenimento dell’armonia psico-fisica.

Quest’energia vitale è regolata dalla mente. Infatti, la respirazione è l’unica attività corporea che, pur essendo involontaria, può essere posta sotto il controllo diretto della mente.
Questa caratteristica fa del respiro un’interfaccia tra il conscio e l’inconscio.Questo vuol dire che se la mente è agitata, il respiro è agitato; se il respiro è calmo, la mente è calma.
Perciò, è importante saper controllare i nostri stati emotivi. A tal fine, lo yoga prevede una serie di tecniche respiratorie (pranayama)  che, insieme alla pratica delle posizioni (asana) contribuiscono al raggiungimento dell’armonia psico-fisica.

Nello yoga e nelle tecniche di guarigione indiane, il saper controllare il respiro e, quindi, il prana personale, assume un ruolo fondamentale, poiché questa funzione, intimamente legata al nostro sistema nervoso vegetativo, viene posta sotto un controllo consapevole: respirare in modo adeguato, con la corretta intenzione, e convogliare la vitalità lungo canali specifici, detti nadi, calma la mente e ci fa ottenere effetti terapeutici significativi. Ed è per questo che lo yoga prevede una serie di tecniche respiratorie che costituiscono il pranayama (prana = soffio vitale; yama = controllo) e che hanno lo scopo di farci respirare in modo controllato e consapevole. Questo tipo di respirazione si compone di tre fasi:

  • inalazione (puraka) che stimola l’organismo
  • esalazione (rechaka) che espelle l’aria carica di tossine
  • ritenzione del respiro (kumbhaka) che distribuisce l’energia in tutto il corpo.

La pratica del pranayama ha bisogno di una buona conoscenza delle asana che consentono di rimuovere i blocchi fisici che impediscono il flusso del prana. I momenti migliori per il pranayama sono il mattino presto e dopo il tramonto. E’ consigliabile praticarlo almeno 15 minuti al giorno con proposito e regolarità, alla stessa ora, luogo, posizione, seduti sul pavimento, su un piccolo cuscino o una coperta piegata, mantenendo la schiena eretta. E’ necessario tenere gli occhi chiusi per evitare che la mente si distragga a causa degli oggetti esterni. Dopo aver terminato la pratica, è utile stendersi in posizione savasana (sdraiati in posizione supina) per almeno 5–10 minuti, in completo rilassamento e silenzio.

Prana, come viene assorbito dal nostro corpo?

Per lo yoga, i principali organi di assorbimento del prana sono quattro.

1) Terminazioni nervose delle fosse nasali
Il naso, oltre a regolare la temperatura dell’aria e ad eliminare le polveri, misura le qualità sottili dell’aria introdotta. L’apparato olfattivo, infatti, reagisce ai profumi e agli odori immediatamente ed in modo percepibile dalla nostra coscienza, grazie alle terminazioni nervose del naso perché queste sono in relazione con i centri nervosi situati nel midollo spinale che generano reazioni su tutte le funzioni dell’organismo.

2) Alveoli polmonari
Estrema ramificazione dei bronchi, gli alveoli consentono il passaggio dell’ossigeno e, quindi anche del prana, dai polmoni al sangue.

3) Lingua
La lunga masticazione del cibo, oltre a far assorbire i nutrienti per il corpo, consente di assorbire il prana contenuto nell’alimento stesso, attraverso le papille gustative della lingua.

4) Pelle
E’ uno degli organi più grandi ed importanti del corpo che, oltre a proteggerlo, consente l’eliminazione delle tossine prodotte dall’organismo attraverso i pori della pelle. Inoltre, a contatto con l’aria vibrante di energia, la pelle assorbe grandi quantità di prana, soprattutto solare. Per questo motivo, è molto importante, appena se ne ha la possibilità, trascorrere qualche ora all’aria aperta, possibilmente a contatto con la natura, dove la qualità del prana ha una qualità maggiore.

Il Prana, una volta assorbito nel nostro corpo, ha molte funzioni da svolgere. A seconda della funzione svolta, prende un nome diverso: Prana, Apana, Samana, Udana e Vyana.

Prana viene dal prefisso Pra che significa in avanti e dalla radice verbale An che significa respirare, muoversi, vivere. In questo caso, non mi riferisco al prana globale di cui ho parlato in un post precedente, ma a quello che appartiene ad una specifica parte del corpo situata tra la laringe e il diaframma e che controlla il funzionamento del cuore, dei polmoni e di tutte le attività della regione toracica come la respirazione, la deglutizione e la circolazione del sangue. E’ localizzato nel Chakra Anahata, nel cuore.

Apana, localizzato nella regione pelvica tra l’ombelico e il perineo, viene da Apa che significa via verso il basso, scendere, andare verso la terra. E’ l’energia discendente che governa le funzioni di reni, vescica, intestini e degli organi escretori e riproduttivi. E’ responsabile dell’espulsione di gas, aria, feci, urine e del feto al momento della nascita, cioè di tutto ciò che esce dal nostro corpo.
Il suo punto focale è il Chakra Muladhara, alla base della colonna vertebrale.

Samana viene da Sama che significa eguale o equilibrato perché è l’energia che agisce come equilibratore tra le due forze opposte di Prana e Apana. Samana è situato tra l’ombelico e il diaframma ed è l’energia riscaldante che attiva e controlla gli organi digestivi ed è responsabile della digestione e dell’assimilazione.
Il suo punto focale è il Chakra Manipura, al centro del corpo, dietro l’ombelico.

Udana viene da Ud che significa energia che muove verso l’alto. Infatti, è l’energia che va verso l’alto attraverso la testa. Governa la crescita del corpo, l’abilità di essere eretti, di parlare, di provare entusiasmo e di esercitare il potere della volontà. Attraverso questo flusso, scorre l’energia che consente di sviluppare coscienza e conoscenza.
E’ focalizzato nel Chakra Vishudda che si trova nella gola.

Vyana viene da Vi che significa diffuso. Questa forza vitale pervade tutto il corpo, agisce come riserva di energia per tutti gli altri prana che richiedono un aiuto supplementare. Regola e coordina tutti i movimenti muscolari e gli altri prana.
Il suo punto focale è il Chakra Svadhisthana che si trova a livello dei genitali.

Oltre ai cinque prana principali, ve ne sono altri cinque minori chiamati Upa Prana. Essi sono:

  • Naga, consente l’eruttazione e il singhiozzo
  • Kurma, permette l’apertura degli occhi
  • Krikara, induce fame e sete
  • Devadatta, consente di fare sbadigli
  • Dhananjaya, è responsabile della decomposizione del corpo dopo la morte.