Come ti ho già raccontato, sono arrivata a praticare Yoga dopo un incidente al ginocchio, avvenuto durante una lezione di ginnastica aerobica che andava, molto di moda, negli anni ’80.
Non sapevo nulla di Yoga, ma decisi di frequentare il corso spinta dalla curiosità.
Ero un po’ perplessa e timorosa, come accade quando devi affrontare qualcosa che non conosci. Avevo mille domande in testa e tante idee che, poi, si rivelarono esser pregiudizi.
All’inizio degli anni ’80, era molto più difficile di oggi accedere alle informazioni: non c’era internet e non era facile trovare libri su temi di poca diffusione, come lo Yoga. Dovevi saper trovare la libreria specializzata e non era facile!
Quindi, andai alla mia prima lezione completamente priva di informazioni.
Appena arrivata davanti alla porta della sala di Yoga, le mie perplessità aumentarono perché la sala era quasi al buio. Infatti, c’era solo una piccola fonte di luce vicino al tappetino dell’insegnante, mentre il resto della sala era al buio! 😮
Alcuni tappetini erano occupati da altre persone che, sdraiate a terra con gli occhi chiusi, attendevano l’inizio della lezione. Notai subito che erano vestite completamente di bianco, mentre io avevo un abbigliamento molto colorato (adoro i colori!), tipico di quegli anni, e non avevo un lenzuolo bianco da mettere sul tappetino. Mi sentii a disagio 😐
Subito dopo, arrivò l’insegnante, anche lui vestito di bianco! Gli andai incontro per presentarmi e feci il gesto di “dare la mano”, ma lui portò le mani giunte al petto e fece un lieve inchino con la testa. Pensai: “Seconda figuraccia!”
Risposi, allora, con un semplice “ciao” e dissi il mio nome. L’insegnante mi rispose con un sorriso e mi indicò un tappetino.
Mi scusai per l’abbigliamento non adeguato e per la mancanza del lenzuolino. L’insegnante, sorridendo, mi fece un gesto come per dire: “non importa!” e, allora, capii che in una sala Yoga non si parla! 😀
La lezione mi piacque tantissimo. Infatti, la prima parte della lezione, quella dedicata alle posture, i cosiddetti asana, erano le stesse che avevo imparato negli anni della mia infanzia e della mia adolescenza in palestra. Ne fui molto sorpresa!
La parte dedicata alle tecniche respiratorie (pranayama), dopo l’iniziale difficoltà dovuta al coordinamento tra gesto della mano e ritmo respiratorio, mi lasciò una grande calma interiore e un rilassamento dei muscoli del collo e della testa. Infine, l’ultima parte della lezione, dedicata alle visualizzazioni e al rilassamento, mi piacque tantissimo. Pensai: “Forte! Qui, si allena corpo e mente!” 😀
Continuai a frequentare quel corso con grande entusiasmo, vestita di bianco e con il lenzuolino per il tappetino, fino alla chiusura estiva del centro.
Dopo le perplessità e il disagio iniziale, cominciai a prendere consapevolezza del mio corpo e capii le infinite risorse della nostra mente.
All’epoca, non immaginavo assolutamente che ero all’inizio di un percorso che mi avrebbe portato a fare tante meravigliose esperienze, fino al desiderio di voler condividere, tramite l’insegnamento, le fantastiche scoperte che mi aveva permesso di vivere lo Yoga! Un percorso di vita che, dopo oltre tre decenni, continuo a vivere perché non si finisce mai di imparare, di scoprire, di sperimentare.
Non dimenticherò mai la mia prima lezione di Yoga perché mi ha insegnato ad affrontare le nuove esperienze con mente aperta, evitando i pregiudizi.
Non l’ho mai dimenticata neanche, ogni volta, che mi sono iscritta ad un nuovo corso perché, prima di accedere alla sala di Yoga, ho sempre chiesto quali erano le regole di comportamento stabilite dall’insegnante e l’abbigliamento richiesto per seguire le lezioni.
E’ una forma di rispetto non solo verso l’insegnante, ma anche verso la comunità che quel corso di Yoga crea nel suo percorso di studio.
Infine, non la dimentico, ogni volta, che una nuova persona si iscrive alle mie lezioni. Prima di entrare nella sala Yoga spiego come si svolge la lezione, quale indumento indossare, come comportarsi… insomma, comunico “le regole della casa” per evitargli quel disagio che ho provato nella mia lezione di Yoga.
E’ una forma di rispetto verso chi viene, per la prima volta, alle mie lezioni di Yoga.
Om Shanti,
Simona ❤️🙏