La fascia è un tessuto fibroso che “connette” ogni cellula del nostro corpo. Questo tessuto connettivo forma una rete che si estende dalla nostra testa ai nostri piedi, occupando ben il 20% del volume del corpo umano.
La fascia circonda e infonde ogni muscolo, fibra muscolare, ossa, vasi sanguigni, nervi e organi nel nostro corpo. Inoltre, influenza direttamente i nostri sistemi muscolari e neurologici.
Come tutti i tessuti connettivi, la fascia deriva dal mesoderma, strato intermedio dei tre foglietti tissutali embrionali che si forma a partire dalla 3° settimana di vita embrionale, e dal mesenchima, il tessuto connettivo embrionale che si forma dal distacco delle cellule dai foglietti embrionali, soprattutto dal mesoderma, e dal quale hanno origine una grande quantità di tessuti, tra i quali il sangue, il connettivo propriamente detto, il tessuto osseo e il tessuto cartilagineo.
Pensa ad un’arancia. Puoi segmentarla in spicchi perché ogni segmento è diviso da un foglio di tessuto chiaro e forte. All’interno di questi segmenti, il succo viene ulteriormente segmentato da questo stesso tipo di tessuto che forma la polpa. È esattamente lo stesso per noi! Siamo segmentati, ma intimamente connessi dalla fascia.
A seconda della funzione a cui è predisposta, la fascia è composta da:
1) fibre elastiche che conferiscono una certa mobilità;
2) fibre di collagene, molto rigide, che forniscono supporto e forza;
3) sostanza gelatinosa e fluida che consente a organi e muscoli di scivolare uno sull’altro senza attriti;
4) elementi cellulari, costituiti per la maggior parte da fibroblasti (sono cellule del tessuto connettivo, in grado di produrre collagene, glicosaminoglicani, fibre elastiche e reticolari e le glicoproteine; il loro compito è quello di produrre la matrice connettivale, molecole destinate a sostenere gli altri tessuti; in condizioni fisiologiche proliferano e consentono il ricambio cellulare, oppure intervengono in caso di processo infiammatorio o nella guarigione di una ferita).
Abbiamo quattro tipi di fascia:
1) fascia superficiale
Si trova al di sotto della cute, in particolare sotto il derma, e ricopre tutto il corpo.
E’ composta da tessuto connettivo, composto da una trama di fibre di collagene e, in maggiori quantità, di elastina, e da tessuto adiposo.
E’ attraversato da nervi e vasi sanguigni ed è un’importante deposito di acqua e grasso. Ha un ruolo isolante perché protegge l’organismo da deformazioni, colpi meccanici e sbalzi termici. Permette lo scorrimento della pelle sopra la fascia profonda.
2) fascia profonda
E’ tessuto connettivo fibroso, denso e coeso che compenetra e circonda muscoli, ossa, nervi e vasi sanguigni.
Riveste un’enorme importanza posturale e di protezione della colonna vertebrale.
Parte dalla base del cranio e fornisce protezione e sostegno ai muscoli (fascia propria dei muscoli).
Ha anche la funzione di connettere i muscoli delle varie regioni del corpo tra loro (fascia comune dei muscoli). In questo caso, prendono il nome della regione del corpo in cui si trovano:
- fascia cervicale
- fascia toracica
- fascia addominale
- fascia perineale
- fascia dorsale
- fascia ascellare
- fascia brachiale
- fascia cubitale
- fascia antibrachiale
- fascia palmare della mano
- fascia dorsale della mano
- fascia dei tendini dei muscoli flessori delle dita
- fascia lata
- fascia poplitea
- fascia della gamba
- fascia plantare del piede
- fascia dorsale del piede
3) fascia viscerale
E’ una colonna fasciale che parte dalla base del cranio, si estende fino alla pelvi. Sospende tutti gli organi del tronco all’interno delle loro cavità, avvolgendoli in strati di tessuto connettivo.
Questa fascia è in grado di creare “scomparti” dove si trovano gli organi ma, essendo anche un deposito di grasso, può deformare le cavità corporee.
4) fascia meningea
Questa fascia racchiude l’intero sistema nervoso centrale ed ha una duplice funzione di protezione e di nutrimento.
Parte dalla dura madre (la parte più esterna e più spessa delle tre meningi, le membrane che avvolgono cervello, tronco encefalico, cervelletto e midollo spinale), fino alle vertebre sacrali.
Il sistema miofasciale
Fascia connettivale e muscoli costituiscono il sistema miofasciale il cui tessuto connettivo rappresenta il principale organo percettivo perché è sede di numerosissimi recettori sensoriali:
1) del dolore;
2) del movimento, fondamentali per la propriocezione, cioè per quella capacità di riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e di percepirne il movimento;
3) dell’interocezione viscerale, cioè la percezione delle informazioni “interne”, quali il respiro, la peristalsi gastrointestinale, il senso di fame e di sazietà, ma anche la cognizione delle emozioni (con l’interocezione il corpo comunica il proprio stato di salute ed efficienza fisica).
Infine, il tessuto connettivo ha anche fibre di collagene in grado di contrarsi, denominate miofibroblasti, che gli consentono di contrarsi in determinate situazioni (es.: situazioni infiammatorie). Svolgono un ruolo importante nella guarigione delle ferite, nella fibrosi dei tessuti e nelle contratture.
La fascia è fluida, elastica e forte. Quando corriamo o camminiamo, la fascia restituisce la forza che emettiamo, facendoci sentire più leggeri, forti e flessibili. Abbiamo bisogno di usare meno energia per compiere le nostre azioni e i nostri muscoli e il corpo lavoreranno meno e si muoveranno con maggiore efficienza.
Stile di vita e alimentazione contribuiscono a mantenere la fascia in salute.
Tuttavia, sforzi eccessivi, mancanza di movimento, allenamenti non conclusi con lo stretching, traumi, malattie infiammatorie, cicatrici creano aderenze (tessuto fibroso che unisce spazi normalmente separati) che limitano l’allungamento dei muscoli, con gravi conseguenze: un muscolo accorciato diminuisce la funzionalità della fascia in cui si trova e il numero dei sarcomeri (unità contrattili del tessuto muscolare striato), diventando, nel tempo, un muscolo retratto, cioè definitivamente accorciato che ha perso la sua capacità di allungarsi. Inoltre, un muscolo che ha perso la sua capacità di allungarsi non è in grado di sollecitare i tendini che, quindi, diventano rigidi.
In questo modo, si creano anche blocchi energetici perché il prana, l’energia vitale, non riesce più a fluire liberamente.
Blocchi miofasciali possono influire, negativamente, sulla postura. Immagina un lenzuolo disteso sul pavimento. Prendi un lembo di questo lenzuolo e tiralo. Puoi vedere chiaramente le linee di tensione e le pieghe che si estendono da quel punto. Nello stesso modo, si creano le tensioni nella nostra trama fasciale che compromettono la nostra postura: una limitazione ai nostri piedi può avere un effetto a catena fino al collo!
Ciò accade perché il sistema muscolo-scheletrico e fasciale lavorano insieme al sistema nervoso per modellare e formare la nostra postura e il nostro corpo. Infatti, come ho già detto, il tessuto miofasciale è il più vasto organo sensorio del nostro organismo perché è ricco di recettori sensoriali che inviano informazioni al sistema nervoso centrale che “risponde” con informazioni in grado di procurare effetti a livello locale e generale.
Se sei costantemente seduto alla tua scrivania, ad esempio, potresti avere “un ammassamento fasciale” nella zona del petto, con conseguente indebolimento della parte superiore della schiena. Inoltre, star seduti per lunghi periodi di tempo può portare alla contrazione dei flessori dell’anca che possono portare, a loro volta, ad una restrizione fasciale dei fianchi, con conseguente dolore e limitazione nei movimenti.
Questi messaggi vengono inviati al sistema nervoso centrale che “risponde” modificando la postura per evitare il dolore (posizione antalgica) che, a sua volta, influisce sul tutto il corpo perché, attraverso la fascia, tutto è connesso.
Ma la nostra fascia non è direttamente influenzata solo dalle nostre abitudini quotidiane, ma anche dai nostri pensieri e dalle nostre emozioni perché è strettamente connessa con il nostro sistema nervoso.
Se sei stanco, debole o triste, la testa si abbassa e le spalle si chiudono per proteggere il cuore. Questo modello posturale influenza l’intero sistema, inclusa la fascia che si restringe nella cavità toracica, andando ad influenzare la respirazione. Cambiando il respiro, il cervello riceve il messaggio che qualcosa è cambiato nell’organismo e, quindi, inizia a rilasciare ormoni che inducono stress che influenzano, ulteriormente, i livelli di umore e di stress, aumentando la tensione nel corpo e nella postura. Si innesca così una spirale senza fine.
Questa spirale funziona, però, in entrambe le direzioni: la nostra mente interpreta la tensione che viene dal nostro corpo e il nostro corpo reagisce alla nostra mente. Perciò, se lavoriamo per liberare e riallineare la nostra fascia, avremo un effetto diretto sulla nostra mente, sul nostro comportamento e sulle nostre emozioni.
Dunque, lavorare sulla nostra fascia non solo scioglie le tensioni, ma crea flessibilità e forza nella nostra forma fisica, ma può anche sciogliere le tensioni emotive che si sono “cristallizzate” nella fascia e aiutare a cambiare il nostro comportamento.
Lo yoga è ottimo per reidratare la fascia con il movimento, per “sciogliere” le tensioni che le creano blocchi fisici ed energetici e per correggere la postura perché è in grado di:
- modificare muscoli e legamenti per riportarli alla loro naturale efficienza e funzionalità;
- riequilibrare il sistema nervoso e, quindi, cambiare la chimica del cervello;
- tranquillizzare la mente per ritrovare la propria serenità ed una prospettiva futura.
La fascia è forte, ma ha una grande capacità di cambiamento e non smetterà di supportarti in ogni modo. E’ con noi da sempre, da quando eravamo embrioni in via di sviluppo nell’utero di nostra madre, guidando lo sviluppo della nostra forma fisica e neurologica.
Fidati della sua forza e della sua flessibilità e permettigli di cambiare, di fluire e di adattarsi!