Asana, le Posizioni (Posture)

Le Asana costituiscono il terzo passo dell’Asthanga Yoga di Patanjali e significa, letteralmente, “sedile”, in particolare la postura che si assume durante la meditazione.

L’unica istruzione che Patanjali ci dà per questa asana è “sthira sukham asanam”, cioè la postura deve essere stabile e confortevole.

Perché?

Se possiamo essere fermi, a nostro agio, senza provare dolore nel corpo, senza esser distratti dall’inquietudine dovuta ad una posizione scomoda o ad una mente irrequieta, possiamo sederci in meditazione “all’infinito”. Questo, secondo gli otto passi dell’Asthanga Yoga, è lo scopo dell’asana.

Ma, questa costante esplorazione tra Sthira e Sukha nelle nostre posizioni yoga, come tutte le cose, influisce sulla nostra vita quotidiana. Le asana ci insegnano a rafforzare le aree di debolezza e a rilassare le aree contratte. Ci incoraggia a praticare l’accettazione, e a coltivare l’equilibrio nella nostra vita (Per approfondire, leggi il post “Il bilanciamento tra flessibilità e forza nello yoga“).

I testi tradizionali, come Hatha Yoga Pradipika, elencano molte posizioni, per ognuna delle quali, però, vale sempre il principio di Patanjali: “sthira sukham asanam“.

La grande varietà delle asana fornisce una preparazione per un corpo vigoroso, organi interni ben funzionanti e una mente vigile. Rafforzano e sciolgono il corpo, rendendolo forte e flessibile, adatto ai successivi stadi dello yoga, agendo su ossa, muscoli, tendini, legamenti, articolazioni e organi interni.

La pratica delle asana è strettamente legata alla filosofia yoga e non può essere separata da essa. Inoltre, sono collegate a tutti gli altri passi dell’Asthanga Yoga di Patanjali. Infatti, affondano le loro radici nell’etica (Yama e Niyama) ed hanno il loro fine nella spiritualità. Sono la strada per compiere un viaggio interiore, partendo dall’esterno fino al centro del nostro essere.

Attraverso le asana, il corpo fisico diventa un mezzo per disciplinare la mente, analizzare gli ostacoli della vita quotidiana e capire come superarli. Sviluppare questa consapevolezza è fondamentale, molto più di una perfetta esecuzione di una posizione fine a sé stessa perché la pratica delle asana è l’arte di disporre il corpo con un atteggiamento fisico, mentale e spirituale.
E non importa se, all’inizio del tuo viaggio, non riesci ad eseguire una posizione in modo perfetto. Ciò che conta è l’atteggiamento, la consapevolezza con cui ti approcci ad essa.

Per semplicità didattica, distinguiamo le asana in:

1) asana in piedi

Sono tonificanti e sono il tuo punto di partenza per acquisire forza e stabilità.
Ti connettono, attraverso i piedi, con la terra e costituiscono le fondamenta su cui costruire la tua pratica yogica, restituendo forza e mobilità a collo, spalle, schiena, bacino, gambe, ginocchia e caviglie.

Queste posizioni, inoltre, mantengono la colonne vertebrale flessibile, aiutandola ad assumere una postura corretta. Questo è di importanza fondamentale per le posizioni, ma anche per la vita di tutti i giorni, in cui, grazie alla pratica di queste posizioni, potrai acquisire la consapevolezza del modo giusto di camminare, di sedere e stare in piedi.

Allontanano tensione e dolori, rinfrescano il corpo e la mente, stimolano la digestione, regolano l’attività renale e alleviano la costipazione, migliorano la circolazione sanguigna e la respirazione.

Non vanno eseguite nei primi tre mesi di gravidanza o se hai problemi di salute, come ipertensione, cardiopatie o disturbi nervosi.

2) asana sedute

Permettono di allungare, flettere e ruotare la colonna vertebrale, sciogliere le anche e l’inguine, ripristinare la funzione di sostegno del bacino e della zona lombare.

Donano al corpo forza e flessibilità. Allontanano la fatica, rinfrescano il cervello e calmano il sistema nervoso e la mente. Regolarizzano la pressione sanguigna e aiutano a riprendersi dopo una malattia. Favoriscono un sonno sano.

In caso di debolezza o di vecchie lesioni ormai guarite, potrai avvertire tensione al ginocchio quando è piegato. In questo caso, lavora con particolare attenzione. Con la pratica corretta, il ginocchio diventerà man mano più forte.

3) asana di equilibrio

Sviluppano leggerezza, forza e agilità. Inoltre, consentono di accrescere il tono muscolare, la coordinazione dei movimenti e la concentrazione. In questo modo, potrai raggiungere un enorme controllo sul tuo corpo e sulla tua mente.

Affinché la posizione possa esser mantenuta più a lungo, il tuo respiro deve esser ben integrato nella postura, in modo da renderlo più efficace.

Ad un livello più profondo, l’equilibrio e la concentrazione richiesti per eseguire queste posizioni, ti porteranno ad una maggiore consapevolezza di te stesso nella vita quotidiana.

Se i tuoi polsi sono deboli o con qualche vecchia lesione ormai guarita, presta particolare attenzione durante le posizioni di equilibrio sulle mani. Una fascia intorno ai polsi può esser utile per poter avere un maggiore sostegno.

Non eseguire le posizioni di equilibrio in gravidanza e per i 12-18 mesi successivi ad un intervento chirurgico all’addome.

4) asana prone e supine

In queste posizioni, il centro di gravità è più basso rispetto alle altre posizioni e questo permette al corpo di muoversi liberamente, in un ampio spettro di movimenti.

Dal punto di vista fisico, queste posizioni comportano allungamenti che lubrificano le articolazioni e aprono il torace, in un percorso che porta a Savasana, la posizione fondamentale che conclude la pratica delle asana, in cui si può sperimentare il rilassamento totale (Per approfondire, leggi il post: I benefici del Rilassamento: Savasana)

Non eseguire le posizioni supine e prone durante la gravidanza e dopo un’operazione chirurgica all’addome.

5) asana capovolte

Alleviano la fatica perché tolgono il peso del corpo dalle gambe. Inoltre, invertendo la posizione degli organi interni, attivano zone impigrite, stimolando la circolazione sanguigna e il sistema endocrino. In questo modo, infondono energia al corpo, rendendolo stabile.

Da un punto di vista psicologico, queste posizioni capovolgono il tuo mondo, liberando la tua mente e rinnovano il tuo senso di equilibrio e di concentrazione. Queste posizioni insegnano a guardare il mondo da “un’altra prospettiva”, con mente aperta e nuova energia.

Durante queste posizioni, non devi avvertire tensione alla testa, agli occhi, alle orecchie, al collo e alla gola. Inoltre, non eseguire le posizioni rovesciate se soffri di pressione alta, disturbi cardiaci, distacco della retina o disturbi auricolari.

Prima di eseguire le posizioni rovesciate, ricordati di togliere le lenti a contatto!

6) asana di flessione all’indietro

Sono fortemente tonificanti. Danno energia e combattono la depressione. Aprono il torace e donano flessibilità alla schiena. Le braccia e le spalle diventano forti. La mente diventa vigile.

Queste posizioni ci aiutano a sviluppare una personalità dinamica ed estroversa, consentendoci di aprire il cuore e il corpo verso l’esterno per abbracciare pienamente la vita.

Il piegamento all’indietro crea spazio nel torace, consente al respiro di fluire più liberamente. In particolare, favorisce l’inspirazione, dandoti non solo la sensazione di leggerezza, ma anche le risorse per affrontare qualsiasi cosa l’universo abbia in serbo per te.

Se la tua schiena è rigida, non sforzarti oltre le tue possibilità (il corpo si scioglie con la pratica e la pazienza!).
Durante la posizione, non devi sentire tensione nella tua schiena.
Se, durante i piegamenti all’indietro, avverti un senso di nausea, questo è provocato dall’estensione del fegato e non è pericoloso. Se, inavvertitamente, trattieni il respiro, puoi avere mal di testa. Il senso di vertigine si allevia piegandosi in avanti al termine della posizione.

Buona Pratica! 🙂

Om Shanti,

Simona