Che cos’è la postura?

Un insegnante di Hatha Yoga ha spesso allievi con problemi posturali. E prima di intervenire con le asana più adeguate, è necessario aiutare l’allievo a prender coscienza della propria postura e dei suoi errori posturali.
Finché un giorno, ti capita un’allieva che ti dice: “Simona, ma che cos’è questa postura?” 😮  E, allora, capisci che non devi mai dare nulla per scontato!! 😀

Vediamo di capire che cos’è la postura? Molte sono le definizioni riportate nei libri specializzati:

1) posizione del corpo nello spazio e relativa relazione tra i suoi segmenti corporei;
2) atteggiamento che il corpo assume nello spazio in relazione al nostro rapporto con l’ambiente esterno;
3) mezzo di comunicazione tra il nostro mondo interiore e quello che ci circonda;
3) adattamento personalizzato di ogni individuo all’ambiente fisico, psichico ed emozionale;
4) modo di atteggiarsi del corpo umano determinato dal suo apparato locomotore in opposizione alla forza di gravità.

Nel linguaggio comune, invece, la postura è il nostro modo di stare in piedi, seduti e di muoverci che ci rende riconoscibili e unici perché è il nostro personale modo di reagire all’ambiente in cui viviamo.
La postura è il risultato di un insieme di fattori costituzionali, ereditari ed acquisiti. Infatti, sin dai primi passi, dalle persone a cui siamo legati affettivamente, apprendiamo abitudini che, nel tempo, insieme ai gesti abituali della nostra quotidianeità a scuola, in casa, al lavoro, consolidano i nostri atteggiamenti posturali.
Esprime anche le nostre caratteristiche psicologiche e il modo con cui ci poniamo rispetto all’ambiente che ci circonda. Infatti, una persona con le spalle cadenti, la testa leggermente inclinata e la schiena curva ci comunica la sua tristezza e la sua rassegnazione a sopportare il peso della sua vita, mentre una persona con spalle aperte e il tronco eretto che si muove con una buona coordinazione ci trasmette una personalità che affronta la vita con fiducia e positività.

La postura è, quindi, il modo con cui un individuo si adatta all’ambiente fisico, psichico ed emozionale.

Ma come avviene questo adattamento? Avviene grazie ad una sofisticata azione che parte dal cervello, dopo aver elaborato le informazioni provenienti dai recettori che si trovano nei piedi, negli occhi, nelle orecchie, nei muscoli, nelle articolazioni, nei tendini, sulla pelle. Grazie a questi informatori, il cervello valuta le informazioni ed elabora, istante per istante, la risposta da trasmettere, attraverso il midollo spinale, ai muscoli deputati al controllo posturale, affinché possiamo svolgere l’attività o il movimento che abbiamo deciso di fare.

Questo complesso sistema è dotato, inoltre, di engrammi, rappresentazioni cerebrali costituite dalle esperienze motorie memorizzate dall’individuo che consentono un meccanismo decisionale che anticipa il movimento che si vuole compiere, grazie al quale possiamo fare azioni rapide ed armoniche. Scendere le scale, guidare un’automibile sono frutto di comportamenti appresi che compiamo automaticamente proprio grazie a questo meccanismo che trasforma gli engrammi in informazioni nervose che, poi, vengono trasmesse ai muscoli attraverso il midollo spinale.

Se interviene una causa in grado di modificare la nostra postura, ci saranno effetti immediati su ogni componente che partecipa a questo meccanismo fino ai muscoli.
Ciò comporta una riprogrammazione del sistema posturale che, nel tempo, determina un nuovo engramma motorio. E tanto più ripeteremo questi gesti, tanto più rinforzeremo l’engramma motorio, grazie anche all’azione di memorie biochimiche, come ad esempio i neurotrasmettitori e gli ormoni, che fissano a livello corticale i cambiamenti posturali.

Perciò, qualsiasi alterazione che nasce da cattive abitudini posturali, anche quella più banale, se nell’immediato può causare “solo” dei fastidi, nel tempo pone le basi per l’insorgere di patologie come artrosi, miopatie, tendinopatie, cattiva digestione, problemi all’equilibrio, disturbi respiratori e digestivi.

Prestiamo, dunque, attenzione ai gesti comuni del nostro viver quotidiano come, ad esempio, l’acquisto di un paio di scarpe, lo spostamento di oggetti pesanti, il sedersi in poltrona o ad una scrivania.
Prestiamo attenzione anche alle norme sulla sicurezza del lavoro che riguardano la tutela dell’apparato muscolo-scheletrico dei lavoratori.

Ed infine, organizziamo le nostre giornate in modo da dedicarci anche ad una sana attività fisica, oppure allo yoga per mantenere il nostro organismo libero da quei “condizionamenti” che nascono dalle cattive abitudini posturali.

Per approfondire: