Il Sentiero della Meditazione
Secondo Raja Yoga, il più grande ostacolo alla realizzazione del Sé è una mente iperattiva, un pensiero eccessivo, l’attaccamento al complesso corpo-mente-intelletto, e il concetto egoico di un “io” individuale e separato dal resto dell’Universo.
Questi “ostacoli” sono, in realtà, normali funzioni della mente umana. Però, abbiamo dimenticato che c’è una parte più profonda di noi stessi.
Il modo per superare questi ostacoli è quello di calmare l’attività della mente e riposare in ciò che rimane quando cessa ogni pensiero. Questo aspetto indescrivibile dell’esistenza è, spesso, indicato come Purusha (nei Sutra di Patanjali), Brahman (nel Vedanta), Shoonya (alcune forme di Buddhismo), o semplicemente come la nostra vera natura.
Per calmare la mente, il Raja Yoga suggerisce lo strumento della meditazione, fino ad arrivare all’assorbimento totale, cioè al Samadhi, che però richiede molto tempo e una pratica dedicata (abhyasa).
La mente, tuttavia, è intelligente e astuta e, nella maggior parte dei casi, non vuole calmarsi. Farà tutto il necessario per continuare a pensare, mantenendo l’attenzione sull”io” e allontanando l’attenzione dal momento presente e dalla vera natura della realtà.
Gli antichi rishi (saggi) sapevano che calmare la mente non è un compito facile e che, spesso, la meditazione non è sufficiente. Perciò, hanno sviluppato un sistema di pratica che si trova nelle Yoga Upanishad. Questo sistema si occupa di tutti gli aspetti del nostro essere, dall’aspetto più grossolano della nostra esistenza (i nostri corpi fisici), fino a quello più sottile (la nostra mente, l’intuizione e la consapevolezza).
Quello che, oggi, facciamo in molti corsi di yoga, è solo una piccola parte di questo tipo di pratica, con il fine ultimo di calmare la mente e riposare nella nostra vera natura.
Sebbene le date e le tempistiche storiche siano confuse e controverse, si presume che il saggio Patanjali abbia poi preso le informazioni dalle Yoga Upanishad e compilato la sua versione, più semplificata, di queste pratiche negli Yoga Sutra, in cui ci sono numerosi suggerimenti per sospendere la formazione della coscienza e calmare la mente.
Una sezione di questo lavoro è diventata nota come Ashtanga, gli otto passi dello Yoga, in cui delinea un approccio sistematico per calmare la mente attraverso la meditazione, iniziando dai principi fondamentali della vita, lavorando attraverso i corpi fisici ed energetici, gli aspetti emotivi e intellettuali della mente, sviluppando la capacità di focalizzare la mente in un punto, fino alla vera meditazione e al Samadhi.
Raja Yoga e Hatha Yoga sono spesso mescolati e confusi l’uno con l’altro. Mentre è vero che entrambi offrono componenti di benessere fisico ed energetico, l’Hatha Yoga deriva dal Tantra, e si concentra principalmente sulla purezza, l’equilibrio e la salute all’interno dei corpi fisici ed energetici. Il Raja Yoga è, invece, lo studio della mente umana, che diventando consapevole delle proprie tendenze abituali e trascendendo l’identificazione con il complesso corpo-mente-intelletto, attraverso la meditazione, ci porta a riposare nel vasto oceano della coscienza, che comprende tutto.