Il bilanciamento tra flessibilità e forza nello yoga

“Sthira Sukham Asanam” è uno degli Yoga Sutra più citati di Patanjali. Significa che una posizione yoga (asana) dovrebbe essere ferma, solida e stabile, ma anche comoda, leggera e piacevole.

Sthira si riferisce alla stabilità e alla forza. Sukha si riferisce al comfort, alla facilità e alla flessibilità.

Sul nostro tappetino di yoga, ma anche nelle nostre vite, andiamo sempre alla ricerca dell’equilibrio tra flessibilità/libertà e forza/stabilità.

Se, durante l’esecuzione delle asana, siamo solo flessibili, potremmo non avere abbastanza forza per mantenere la postura e salvaguardare le nostre articolazioni da lesioni. Essere solo forti, invece, significa avere muscoli rigidi e contratti che non ci permettono di espanderci completamente per trovare la libertà e il piacere durante le nostre posizioni yoga.

Se, ad esempio, i muscoli addominali sono deboli, e la parte bassa della schiena è contratta, finirai con l’ondeggiare all’indietro, sovraccaricando determinate articolazioni che, nel tempo, possono causare problemi.
Nella nostra pratica, abbiamo bisogno di equilibrio tra opposti gruppi muscolari (agonisti e antagonisti). Lo yoga, come la vita, è basato sull’equilibrio.

Perciò, se hai troppo sukha nel tuo corpo, cioè hai un corpo flessibile, ma non forte, dovresti concentrarti maggiormente sul miglioramento della tua forza per bilanciare la tua flessibilità.

Se sei un corridore, ad esempio, e inizi a fare yoga, potresti notare che i tuoi muscoli sono rigidi e contratti. Questo vuol dire che hai più sthira e, quindi, dovresti lavorare sulla tua flessibilità per creare una situazione di equilibrio nel tuo corpo.

Perciò, sul nostro tappetino di yoga, dobbiamo portare consapevolezza e osservazione di sé stessi per indagare le problematiche del nostro corpo, altrimenti continueremo con i nostri schemi bloccati e ripetitivi che, nel tempo, ci causeranno lesioni e la nostra esperienza di yoga sarà di breve durata.

Per trovare l’equilibrio tra forza e flessibilità, abbiamo bisogno anche di una mente tranquilla e presente che ci cosente di sperimentare leggerezza, semplicità e facilità.
Se, invece, la tua mente è troppo attiva e aggressiva, ti avvicinerai alla tua pratica yoga nello stesso modo, andando oltre i tuoi limiti, alla ricerca della posa perfetta, senza aver rispetto del tuo corpo. Al contrario, se la tua mente vaga, manca di stabilità, perderai anche la stabilità nella posa e la tua pratica diventerà noiosa e senza vita.

Perciò, guarda a come vivi la tua vita: è tutto pianificato e programmato? Oppure sei sempre in ritardo, smemorato, pauroso e non ti metti mai in gioco?
Poi, poniti la domanda: “Cosa devo fare nella mia pratica yoga per essere forte, stabile e, contemporaneamente, flessibile? Posso fare lo stesso nella mia vita?”

Se riesci ad impegnarti sul tuo tappetino di yoga, in modo opposto a come sei nella vita, allora qualcosa inizierà a cambiare anche fuori dal tappetino, nella vita di tutti i giorni.

Perciò, il consiglio che posso darti, è quello di utilizzare la pratica yoga per rompere le tue abitudini per crearne altre, più sane ed equilibrate.

 

“La vita è un equilibrio tra tenere e lasciare andare” (Rumi)