Per lungo tempo, il muscolo psoas è stato trascurato, ma ora sia gli insegnanti di yoga che quelli di fitness hanno capito la sua importanza e gli effetti sull’organismo.
Lo psoas ha una grande importanza nel funzionamento delle anche. Conosciuto anche come iliopsoas perché si unisce con un altro muscolo profondo dell’anca, l’iliaco, collega il busto alle gambe e ti aiuta a rimanere in posizione eretta.
E’ un muscolo sempre coinvolto, in qualunque cosa tu faccia: mentre cammini, pedali, nuoti, pratichi yoga, sei seduto o sdraiato sul divano.
Purtroppo, moltissime persone hanno lo psoas contratto sia perché hanno uno stile di vita sedentario, sia perché praticano molto sport senza fare mai stretching. Invece, per mantenere in salute questo muscolo, è necessario allungarlo. Lo yoga, in questo contesto, è di grande aiuto.
I vantaggi di avere uno psoas in salute, cioè tonico (un muscolo tonico è forte, ma non contratto), consente di sentirti più radicato e rilassato e, dal punto di vista fisico, di godere di un’ampia gamma di movimenti. Invece, uno psoas contratto ti porterà dolore alla schiena e all’anca e, persino, alla caviglia e al ginocchio, oltre a forti limiti nei tuoi movimenti quotidiani.
Lo stress mentale, spesso, mostra i suoi effetti con dolori cervicali e alle spalle. Ma, anche la parte più profonda del corpo immagazzina lo stress perché è il principale muscolo della risposta “combatti o fuggi” del corpo. Quando sei spaventato, quando hai uno stress mentale o emotivo, lo psoas risponderà contraendosi per prepararti ad una reazione del tipo, appunto, “combatti o fuggi”.
Purtroppo, nelle nostre società attuali, viviamo spesso in una costante situazione di stress e, quindi, gli psoas restano costantemente contratti.
Ma, oltre allo stile di vita, anche l’età, la genetica, gli incidenti e i traumi possono influire sulla salute delle anche, compromettendone la stabilità, il movimento e la mobilità.
Perciò, nella tua pratica di yoga, esegui sempre posizioni in piedi, come Virabhadrasana 1, Virabhadrasana 2 e Utthita Parsvakonasana, posizioni che comportano l’apertura delle anche, come la posizione preparatoria di Eka Pada Rajakapotasana, posizioni che comportano affondi, come Anjaneyasana, posizioni che comportano flessioni all’indietro, come Ustrasana e Bhujangasana.
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