Lo yoga apre i nostri Cuori

Se stai praticando yoga da quanche tempo, probabilmente hai sentito la frase “lo yoga apre i nostri cuori” o qualcosa del genere. Anch’io l’ho sentita quando ho iniziato ad andare a lezione di yoga e, ad essere sincera, ero molto scettica.

Avevo iniziato a praticare yoga per alleviare il dolore ad un ginocchio e questa frase “da figli dei fiori”, mi ricordava Carlo Verdone nel film “Un sacco bello”.
Siccome, però, la mia pratica yoga mitigava il dolore al ginocchio abbastanza rapidamente, continuavo a frequentare le lezione di yoga. Tuttavia, man mano che procedevo con la mia pratica, ho iniziato a percepire che, entrando nello yoga, mi ero imbattuta in qualcosa che mi stava dando molti più benefici di quanto avevo inizialmente previsto.

Dopo tantissimi anni di pratica, anche se trovo questa frase ancora un po’ vaga e confusa, posso dire che, grazie alla mia esperienza diretta, lo yoga ha, veramente, aperto il mio cuore perché mi ha insegnato a godermi un’esperienza anche quando non mi piace ciò che sta succedendo.

Ti sembra un’affermazione contradditoria?

Facciamo un passo indietro ed esploriamo ciò che accade quando pratichiamo yoga, e in che modo può aprire i nostri cuori.

Quando pratichiamo lo yoga, creiamo lo spazio per rallentare e rivolgere la nostra attenzione all’interno. Mentre lo facciamo iniziamo a vedere cose che prima non avevamo visto e, in particolare, vediamo tutti i piccoli e grandi modi in cui reagiamo alle cose che ci accadono. Si tratta di reazioni ad eventi che ci piacciono o che non ci piacciono che facciamo in modo automatico. Iniziamo a vedere come tutte queste reazioni si manifestano attraverso il nostro personaggio, cioè la maschera che indossiamo per uscire di casa e stare nel mondo.

Molte persone hanno perso la concezione di sé e si sono identificate nel personaggio e, di consieguenza, con le reazioni a tutte le cose piacevoli e spiacevoli sperimentate durante la quotidianeità.
Invece, sul tappetino, prendiamo coscienza delle nostre reazioni, delle nostre simpatie e antipatie (ci sono asane che mi piace eseguire perché mi fanno star bene, mentre altre mi stanno antipatiche perché mi pongono di fronte ad un limite o ad una difficoltà). Di conseguenza, siamo obbligati ad uscire dalla nostra “zona di conforto” e metterci in gioco.

Con il tempo e la ripetizione della pratica, mettiamo la nostra persona in gioco ogni volta che ci mettiamo sul tappetino, iniziamo a percepire che c’è qualcosa di più, qualcosa che va oltre il nostro personaggio.

Prendendo coscienza delle nostre reazioni abituali e percependo che non siamo il nostro personaggio, ma qualcosa di più, apriamo i nostri cuori e aumentiamo la connessione con lo spazio, all’interno del quale, c’è la nostra fonte della gioia profonda.

Ecco perché dico che lo yoga ci insegna a goderci un’esperienza anche quando non ci piace ciò che sta succedendo.

Attraverso il nostro yoga, siamo più in contatto con tutte le parti di noi stessi. Diventiamo più connessi con quello spazio interiore che ci dona forza e gioia. E diventiamo anche meglio connessi con il dolore che sperimentiamo mentre attraversiamo la vita. Il nostro yoga non consiste nel distaccarsi dalla persona, ma nell’avere la connessione con la nostra fonte di gioia interiore, mentre cavalchiamo sulle montagne russe dell’emozione che deriva dall’essere vivi.

In conclusione, il nostro yoga non rende facile vivere i tempi difficili perché ci saranno sempre eventi che non ci piacciono e che ci procurano dolore. Ciò che il nostro yoga ci fornisce, è la connessione con la nostra fonte di forza e di gioia per sostenerci nei momenti difficili. Una connessione che viene dall’apertura del nostro cuore e che vale molto di più del suo peso in oro.

Lo yoga apre i nostri Cuori